Il sentiero “Mariele Ventre” collega due località “La Costara” di Sasso di Castalda e “Fontana delle Brecce” di Marsico Nuovo. È dedicato a Mariele (Maria Rachele) Ventre i cui genitori erano originari dei due paesi che il sentiero collega: Sasso di Castalda e Marsico Nuovo. Mariele Ventre è ricordata per essere stata la fondatrice del Coro dell’Antoniano di Bologna, più comunemente conosciuto come “Zecchino d’Oro”. Il sentiero ripercorre la via che da tempo immemore collegava a Calvello, paese all’epoca importantissimo per le sue ceramiche, e che probabilmente venne percorso anche dai genitori di Mariele Ventre: mamma Maria Rotundo (1911-2000) di Sasso di Castalda e papà Livio Ventre (1906-2000) originario di Marsico Nuovo per incontrarsi e festeggiare la Madonna dell’Assunta a Marsico Nuovo (15 agosto) e la festa di San Rocco a Sasso di Castalda (16 agosto). Il percorso è formato da 4 tratti principali che prendono il nome dalle famose canzoni dirette da Mariele Ventre e cantate dal Coro dell’Antoniano, divenute negli anni famosissime ed ancora ascoltate dai bambini italiani: il “Valzer del Moscerino”, “Popoff”, “44 gatti” ed “Il coccodrillo come fa”. La prima parte del sentiero dedicata al “Valzer del moscerino” si trova ai margini di un bosco di faggio (Fagus sylvatica L,1753), in particolare la faggeta della Costara, uno dei boschi più vissuto ed amato dai sassesi. La seconda parte del sentiero denominata “Popoff” è caratterizzato da praterie montane che in alcuni punti ospitano stazioni di felci (Pteridium aquilinum (L.) Kuhn) con radi perastri (Pyrus cummunis (L.) subsp. Pyraster (L.) Ehrh.), melastri (Malus sylvestris (L.) Mill.) e biancospini (Crataegus monogyna Jacq.) con sottobosco caratterizzato principalmente da rosa canina (Rosa canina L, 1753). La parte dedicata a “44 gatti” inizia proprio dal guado del torrente Fiumicello, rimasto intatto dal tempo, tra meandri rocciosi e muschiosi, passando attraverso un sentiero a serpentina tra faggi di piccole dimensioni inerpicati alle rocce. L’ultima parte del sentiero che ci porta verso il rifugio Fontana delle Brecce è denominata “Il Coccodrillo come fa” che ospita un bosco fitto di faggio (Fagus sylvatica L,1753) con sporadiche querce (Quercus cerris L., 1753) e diverse sorgenti che rendono il terreno umido.
Gli ambienti ospitano il lupo (Canis lupus L.,1758), il più grande predatore all’apice della catena alimentare, il cervo (Cervus elaphus L., 1758) il cui ripopolamento è iniziato nei primi anni 2000, mentre tra le specie più comuni troviamo il tasso (Meles meles L., 1758), la volpe (Vulpes vulpes L., 1758), la faina (Martes foina Erxleben, 1777). È facilmente visibile il picchio verde (Picus viridis L. 1758), che lascia fori rotondi negli alberi morti che facili da scavare con il becco per cercare cibo o costruire un nido. Altri frequentatori del sentiero Mariele Ventre sono: il cuculo (Cuculus canorus L., 1758), la ghiandaia (Garrulus glandarius L., 1758), l’upupa (Upupa epos L.,1758) e la gazza (Pica pica L., 1758). Spesso si vedono librare in cielo i rapaci diurni come la poiana (Buteo buteo L., 1758) e il nibbio (Milvus milvus L., 1758) e si sentono all’imbrunire i versi di rapaci notturni come il gufo comune (Asio otus L.,1758).
“Valzer del Moscerino”
Il primo tratto del sentiero Mariele Ventre è dedicato ad una canzone da lei diretta durante la decima edizione dello Zecchino d’Oro: il “Valzer del moscerino” (1968). Questo tratto attraversa il bosco di faggi al limite della faggeta della Costara, uno dei boschi più amato dai sassesi. All’interno del Bosco la Costara, poco distante dal punto di inizio del sentiero Mariele Ventre, è presente un rifugio che gestisce un’area pic nic attrezzata con barbecue e postazioni a sedere comode, oltre che la possibilità di usufruire del servizio ristorante. Il sentiero Mariele Ventre si presenta facilmente percorribile: una carrareccia larga e comoda all’ombra dei faggi con un leggero dislivello in salita. Probabilmente il nome scelto “Valzer del moscerino” è dato dall’andatura che il sentiero impone di tenere che assomiglia, appunto, ad un valzer.
