Uno dei sentieri meno conosciuti del territorio sassese è il Sentiero dei due rifugi che collega due rifugi montani: il Rifugio Madonna del Sasso nel territorio di Sasso di Castalda (PZ) e il Rifugio La Casermetta nel territorio di Tito (PZ) immersi nella splendida cornice del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese. In soli questi due luoghi è possibile lasciare le auto per proseguire sul sentiero nella natura incontaminata.
La prima parte del sentiero è caratterizzato da praterie montane che in alcuni punti ospitano stazioni di felci (Pteridium aquilinum (L.) Kuhn) con radi perastri (Pyrus cummunis (L.) subsp. Pyraster (L.) Ehrh.), melastri (Malus sylvestris (L.) Mill.) e biancospini (Crataegus monogyna Jacq.) ai margini di boschi di faggio (Fagus sylvatica L,1753), mentre la seconda parte, nel territorio di Tito, è ricca di boschi di querce (Quercus cerris L., 1753) con sottobosco caratterizzato principalmente da rosa canina (Rosa canina L, 1753). Nel periodo primaverile non è raro incontrare diversi tipi di orchidee spontanee tra le piante erbacee.
Entrambi gli ambienti ospitano il lupo (Canis lupus L.,1758), il più grande predatore all’apice della catena alimentare, il cervo (Cervus elaphus L., 1758) il cui ripopolamento è iniziato nei primi anni 2000, mentre tra le specie più comuni troviamo il tasso (Meles meles L., 1758), la volpe (Vulpes vulpes L., 1758), la faina (Martes foina Erxleben, 1777), rapaci diurni come la poiana (Buteo buteo L., 1758) e il nibbio (Milvus milvus L., 1758) e rapaci notturni come il gufo comune (Asio otus L.,1758).
PRATERIA MONTANA
Il sentiero parte da Madonna del Sasso e, dopo aver fatto visita all’edicola votiva dedicata alla Madonna d’Oropa, si continua per 100 m circa, fino ad arrivare ad una cava. La cava è stata utilizzata per la costruzione delle antiche masserie presenti nel circondario, oltre che alla costruzione della strada asfaltata negli anni ’90 che rende facilmente accessibile la montagna sassese. Da qui, percorrendo la cresta, ci troviamo di fronte ad una visione a 360° di tutta ciò che abbiamo intorno: si può ammirare la catena montuosa degli Alburni e il Cervati della vicina provincia di Salerno e i paesi di Brienza (PZ), Sant’Angelo le Fratte (PZ), Savoia di Lucania (PZ), Caggiano (SA) e Salvitelle (SA), si scorge anche la Città di Potenza, il capoluogo della regione Basilicata e una parte di Pignola (PZ) ai piedi del Monte Pierfaone (1709m) facilmente distinguibile grazie alle tre antenne situate sulla vetta . Ancora, si vedono la Cerasola, Piana del Prisco del territorio di Sasso di Castalda e si intravedono il Monte Volturino di Marsicovetere (PZ) e il Monte di Viggiano (PZ). Continuando lungo la cresta, si arriva alla parte più alta del sentiero 1452 m dalla quale è facilmente visibile Tito (PZ), Picerno (PZ) e l’Oasi del Pantano di Pignola. Percorrendo praterie montane ricche di leguminose e orchidee spontanee, si giunge ai piedi di Monte La Cerchiara (1359 m), dove si trova la pietra miliare del confine tra i comuni di Sasso di Castalda e Tito.
BOSCO DI FAGGIO AI PIEDI DI MONTE LA CERCHIARA
Senza raggiungere la cima di Monte La Cerchiara (1359m), lungo un sentiero largo e comodo in discesa, ci si dirige verso la fontana della Lazzara, dove si trova un fontanile e si può fare il rifornimento di acqua (unica fontana nelle vicinanze). Lungo questo tratto di sentiero ci saranno le bandierine CAI (di colore bianco e rosso) ad indicare il sentiero. Continuando per una carrareccia, si arriva ad una quercia secolare (Quercus cerris L., 1753) per poi raggiungere il Rifugio La Casermetta (1013m). Tale rifugio è raggiungibile fino ad un certo punto da strada asfaltata, poi tramite strada brecciata, facilmente percorribile anche da auto utilitarie.









